Tutti noi abbiamo una storia.
- Vanessa
- 10 gen 2019
- Tempo di lettura: 5 min
Tutti noi abbiamo una storia.
Questo ci rende unici, ci contraddistingue. Ognuno di noi ha qualcosa di prezioso da offrire agli altri, a volte lo capiamo subito, altre volte abbiamo bisogno di più tempo per capirlo. A volte lo condividiamo con il mondo intero, molte altre lo teniamo per noi, dentro di noi, all'interno della nostra piccola stanzetta, fin da quando eravamo bambini.
Allora adesso voglio raccontarvi una storia.
Questo non è il primo blog che apro, ma è il primo che ho creato in meno di 48h, mossa da un'irrefrenabile voglia di condividerla questa storia, di far sentire la mia voce.
Ne ho aperti altri, sì, mi è sempre piaciuta la grafica, mi sono sempre piaciuti i video, le foto, i programmi di editing e così ho sperimentato. Ho scritto qui e là, lasciato la mia impronta, la mia traccia, ma non ancora il mio segno.
Ho creato, montato e smontato centinaia di pagine, di collage, di modifiche. Ma che dico centinaia, migliaia! Ho trascorso interi pomeriggi, giornate, nottate, incollata a programmi di editing e a blog adolescenziali e forse sì, demenziali. Ma sono grata a ogni momento speso per esercitarmi, per allenarmi, per sperimentare. La costanza è il segreto. Sì, non ho mai mollato...cambiato forse sì, ma mollato mai.
La passione è una scelta: ho scelto di avere passione, di metterci cura, sempre e comunque, malgrado il mancato successo dei primi blog, malgrado le sconfitte e le illusioni. Questo è un investimento a lungo termine. La passione è un investimento a lungo termine.
E così ho riaperto questo blog. Edu blog.
Sai, l'educazione è un argomento delicato. Tutti giocano a fare i professori. Tutti possono esprimere la propria opinione in questo campo, genitori o insegnanti che siano. Per questo diventa difficile parlare di educazione, soprattutto oggi dove la tuttologia predomina. Oggi dove l'educazione è un dibattito continuo, sempre aperto. Oggi dove si paragona la vita di un tempo a quella odierna. Eh già, non è facile.
Alla scuola primaria (quando andavo io si chiamava ancora scuola elementare...ma badate, sono ancora ggggggiovane) ho scoperto la mia vocazione. Mi piaceva aiutare gli altri. Mi piaceva spiegare ai compagni in difficoltà ciò che io avevo capito bene. Maestrina! mi dicevano ogni tanto le mie maestre. Ma io non lo facevo in modo altezzoso. Mi dava un senso di benessere quando vedevo che qualcuno capiva ciò che avevo spiegato con parole semplici. Da me lo hai capito! Sono riuscita a farti capire. Ma ci pensate alla sensazione di risolvere un problema per qualcuno? Volevo fare la maestra.
Avevo una bella parlantina, a scuola andavo bene. I voti erano alti.
Mannaggia ai voti, quanti compagni ho visto piangere! Mi dispiaceva perché nella mia scuola non avrei voluto bambini che piangessero, non avrei voluto bambini che odiassero la scuola. Li volevo tutti felici di imparare. Quella era la mia missione.
Le medie. Ops, scuola secondaria di primo grado. Che ricordi memorabili. Alle medie andavo ancora meglio. Vivevo di rendita. Studiavo eh, ma non facevo fatica, così andavo avanti spedita e mi sono divertita. Tanto. Ricordo ancora i miei insegnanti con affetto. In quegl'anni mi sono letteralmente innamorata dell'arte. Arte e immagine era la materia in cui studiavo di più (eh già si studiava storia dell'arte e l'insegnante era severissima...non ti dava mica due paginette da studiare...boom! 2 capitoli alla volta). In disegno ci mettevo davvero l'anima. Ricordo di aver vinto diversi concorsi. I miei primi acquarelli di qualità. Ho fatto dei disegni spaziali (nel senso di belli, non quelli con galassie e pianeti - mi sento ancora adolescente quando uso termini come spaziale, un botto, un cifro, bella zio - ok adesso la smetto).
Torniamo a noi. Volevo ancora fare la maestra alle medie. Ma poi arrivarono le superiori. Ecco lì qualcosa è crollato. Insomma non sono stati 5 anni rosei. Le materie erano piuttosto interessanti: psicologia, pedagogia, filosofia, letteratura..mi piacevano e mi hanno affascinata a tal punto da continuare per quella strada ma alcuni soggetti petulanti di quel periodo (ho provato a dare la colpa agli ormoni dell'adolescenza ma ancora oggi non riesco a trovare quel non so che di nostalgico nel periodo della scuola secondaria di secondo grado), mi hanno un po' demotivata in quanto a studio e successo.
Ok, l'ho vissuta male.
Ma io l'università volevo farla e così eccomi iscritta alla facoltà di scienze dell'educazione all'università degli studi di Bergamo.
Perchè scienze dell'educazione? Educazione. Che termine potente. (dal verbo latino educĕre (cioè «trarre fuori, "tirar fuori" o "tirar fuori ciò che sta dentro"), derivante dall'unione di ē- (“da, fuori da”) e dūcĕre ("condurre"). Che già il latino mi stava antipatico ed è stata proprio una di quelle materie che mi hanno imposto e fatto odiare..ma tralasciamo, insomma che termine potente. Educazione. Tirare fuori. Tirare fuori ciò che sta dentro.
Ero combattuta inizialmente. Anche fare la maestra voleva dire tirare fuori ma qualcosa non mi convinceva perchè la scuola, per come l'avevo vissuta in quegl'ultimi anni, non mi dava l'idea che tirasse fuori qualcosa, mi dava più l'idea che ti trattasse come un contenitore, una scatola da riempire..ma non riempita da un minimalista, riempita da uno che fa shopping compulsivo!
Io invece volevo diventare una professionista del "tirare fuori". Volevo veder brillare i bambini e non vederli piangere. Questo era ancora ben chiaro nella mia mente.
Così scelsi scienze dell'educazione.
Pentita? Dal punto di vista umano no: è stata una esperienza che mi ha rigirata come un pedalino. Brutta metafora. Mi ha stravolta. Mi ha fatta innamorare. Mi ha catturata. Mi ha illuminata. Ho conosciuto professori degni di essere chiamati Maestri. Qui non ti insegnavano a fare calcoli. Qui ti insegnavano a trattare con le persone. Ti insegnavano l'empatia. Ti insegnavano il dolore. Ti facevano toccare con mano la fragilità umana.
Credo che tutti nella vita dovremmo frequentare la facoltà di scienze dell'educazione.
Genitori e insegnanti in primis.
Dal punto di vista delle materie, non mi pento assolutamente. Ho imparato cose davvero interessanti. Per esempio psicologia del lavoro, ma sapete quanti problemi si potrebbero risolvere sul posto di lavoro se tutti fossero adeguatamente formati e informati? Ho adorato quella materia. E poi tutti dicono che a scienze dell'educazione si parla solo di merendine e bambini. Ma che se ne parlasse! almeno eviterei di vedere certa robaccia propinata ai propri figli durante l'intervallo..tutto zucchero e niente arrosto...ah non era così la battuta? Non voglio essere polemica ma se posso aprire una parentesi ( leggete le etichette prima di dare certe merende ai bambini). Insomma a scienze dell'educazione - SDE per comodità - si parlava di argomenti seri, di strategie importanti e non da meno di come TIRAR FUORI/EDUCARE.
Ohhhh ci siamo..quella era la facoltà per me.
Non mi sono pentita ma, lavorativamente parlando, sì molte volte. Non tanto di aver investito soldi, energia, sudore, lacrime nei libri di testo costosi, nelle fotocopie, negli esami e nel percorso stesso. Mi sono pentita di non essermi informata abbastanza su quanto fosse maledettamente umiliante la condizione dell'educatore nel campo lavorativo.
E qui non vado oltre.
Oggi, indipendentemente dalle mille esperienze lavorative che ho fatto e di cui sono grata perché mi hanno resa la persona che sono oggi, la mia missione con vaneducation la conosco: affinare lo sguardo e il pensiero, dare anima all'educazione attraverso gentilezza, energia positiva, strategie elaborate con pazienza e impegno e costanza.
Siete dei nostri? La community di vaneducation, oggi, sui social è in continua crescita. Chi condivide la missione di vaneducation, condivide un messaggio positivo (a volte sono ironica ma sono davvero in pace..ho lasciato andare ciò che non ho potuto controllare in passato, ho fatto pace col cuore e sono qui in veste positiva).
Ma questa non è tutta la storia...
Questo è solo il primo capitolo..per gli altri direi che possiamo passare direttamente al sapere che ho acquisito, alle esperienze che ho vissuto, alle cose che ho imparato, alle strategie, alle idee che ho elaborato...e tutto ciò non solo in fiumi di parole, come ho fatto in questo primo post, ma tutto questo sarà declinato in video, articoli, immagini, foto e tutto ciò che può darvi gioia nell'educazione dei vostri figli, nella didattica per i vostri alunni.
Concludo dicendoti di credere sempre nella tua vocazione. Sicuramente sarà la strada più tortuosa ma sarà quella che ti donerà le soddisfazioni migliori.
Ti auguro di splendere. Ancora meglio, abbi cura di splendere. Fallo tu. Ora.
A presto,
Vanessa

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